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Moore, Henry.

Scultore inglese. Nel 1919 cominciò a frequentare, seguendo una vocazione precocemente avvertita, la Leeds School of Art e, grazie a una borsa di studio, il Royal College of Arts di Londra, dove rimase per alcuni anni anche come professore. Alle suggestioni infantili assorbite dalle sculture delle chiese romaniche dello Yorkshire e dalle forme della natura, M. affiancò la conoscenza dell'arte plastica antica (africana, egizia, etrusca, greca, ecc.), frequentando assiduamente il British Museum. Nel 1925 fece un lungo viaggio di studio a Parigi, in Italia e in Spagna, riportandone nuove acquisizioni che andavano dall'arte rinascimentale, a Brancusi e al Cubismo in generale; inoltre, avvicinandosi allo studio della scultura precolombiana, vi sentì una grande affinità. Unendo ed elaborando queste fonti tanto varie ed eterogenee, M. trovò gradualmente un proprio stile. Tale originalità si evidenziò fin nelle prime opere degli anni Trenta (Maschere, Figure giacenti, Madonne con figlio), che già introducevano soggetti che sarebbero stati per lui ricorrenti e preannunciavano una più consapevole adesione al Surrealismo. Infatti M. partecipò alla mostra internazionale di tale movimento artistico, tenutasi a Londra nel 1936, con sculture in cui la figura umana veniva scomposta in forme evocanti elementi naturali. Una tale esplicita collocazione non gli impedì tuttavia di collaborare al manifesto astrattista Circle e di inserire, accanto al dato surrealista del fantastico e dell'irrazionale (Figure giacenti in bronzo e pietra), anche opere che, per il rigoroso calcolo costruttivo, erano certo vicine all'Astrattismo (Figure con corde in piombo o legno e corde). Altre realizzazioni, come la Madonna con bambino della chiesa di Northampton, pur nella sobrietà dell'astrazione sembravano confrontarsi, in una sfida, coi grandi modelli di Giotto, Donatello, Michelangelo. La fase più matura dell'opera di M., che corrisponde agli anni Quaranta e Cinquanta, si caratterizzò per una vitale complementarietà tra la forma e lo spazio, in cui non solo la scultura si integrava perfettamente con l'ambiente circostante, ma anche al suo interno mostrava una interdipendenza e coerenza per cui le parti cave avevano un ruolo non di semplice vuoto ma di volume privo di materia che si alternava ad una massa piena. Le sculture inoltre, soprattutto in funzione di una loro collocazione all'aperto, si fecero monumentali, benché questa dimensione restasse poi acquisita anche a prescindere dalla destinazione finale dell'opera. Dopo la seconda guerra mondiale la fama di M. si fece internazionale e nel 1946 al Museum of Modern Art di New York si tenne la sua prima grande retrospettiva, cui cominciarono a seguire premi e riconoscimenti prestigiosi. Nel 1977, inoltre, fu inaugurata la H. Moore Foundation a Much Hadham che tutt'ora custodisce il corpus della sua opera, cioè i prototipi da cui talvolta derivarono più esemplari, e dei modellini di gesso da cui, peraltro, non sempre furono tratte opere vere e proprie. Alla scultura M. affiancò un'intensa attività grafica, anche se svolta per lo più in funzione preparatoria o progettuale delle realizzazioni plastiche. Tra i disegni più famosi ricordiamo quelli raccolti nel cosiddetto Shelter Skeetchbook, ispirato alle distruzioni operate a Londra dai bombardamenti aerei dell'ultima guerra: 67 drammatici schizzi in bianco e nero o acquarello. Tra le opere monumentali più famose ricordiamo: Rilievo Murale per il Bouwcentrum di Rotterdam (1954), Reclining Figure, in marmo travertino per la sede Unesco di Parigi (1956), Two-Piece Reclining Figure, in bronzo per la Chelsea School of Art (1959), Reclining Figure: Arch leg, in sei esemplari, uno dei quali si trova davanti alla Gallery of Fine Arts di San Diego, California (1969-70) (Castleford, Yorkshire 1898 - Much Hadham, Hertfordshire 1986).